Neuroriabilitazione: cos’è e a cosa serve.

4 Dicembre 2019

 

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Redazione

Per “Riabilitazione” si intende quell’insieme di interventi finalizzati al recupero parziale o totale di funzionalità perse, allo scopo di raggiungere e in seguito mantenere i migliori livelli funzionali possibili in ambito fisico, sensoriale, intellettivo, psicologico e sociale.

La riabilitazione neurologica, in particolare, si occupa del recupero funzionale di soggetti che hanno subito lesioni al Sistema Nervoso Centrale e Periferico a causa di malattie neurologiche o in seguito a traumi.

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La riabilitazione neurologica è rivolta a pazienti con:

  • Esiti di ictus ischemico o emorragico.
  • Sclerosi Multipla.
  • Disturbi del Movimento (Malattia di Parkinson, Parkinsonismi atipici, Distonie).
  • Disturbi cognitivi e del linguaggio su base degenerativa primaria o secondari ad altra patologia neurologica.
  • Neuropatie ereditarie e acquisite, acute e croniche (e.g. sindrome di Guillain-Barré, polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica-CIDP, neuropatia motoria multifocale-MMN).
  • Malattie neuromuscolari.
  • Esiti di traumi.
  • Lesioni midollari.
  • Esiti di Paralisi Cerebrale Infantile.
  • Postumi di interventi neurochirurgici.

I problemi più comuni includono alterazioni dell’equilibrio e del movimento, incapacità nel camminare, perdita dell’indipendenza funzionale.
Il programma riabilitativo viene stabilito e svolto sul paziente sulla base del tipo di lesione, della patologia sottostante, della funzione da rispristinare e di quelle preservate e dell’obiettivo funzionale. Nella stesura del programma riabilitativo personalizzato vanno selezionate le opportune tecniche neuroriabilitative e possono essere coinvolte diverse figure professionali.

La presa in carico del paziente neurologico prevede i seguenti:

  • Inquadramento clinico da parte del medico specialista.
  • Valutazione funzionale da parte del fisioterapista che pianificherà insieme al medico l’iter riabilitativo.
  • Valutazione logopedica in caso di disturbi del linguaggio, della fonazione o della deglutizione.
  • Valutazione neuropsicologica in caso di disturbi cognitivi (es. comprensione, attenzione, memoria).
  • Valutazione dell’urologo nel caso di disfunzioni vescicali.
  • Supporto psicologico nell’affrontare la condizione di disabilità e nello svolgimento del percorso riabilitativo, nonché trattamento dei possibili disturbi dell’umore associati (es sindrome depressiva).
  • Eventuale valutazione assistenziale domiciliare e fornitura di ausili.

Le tecniche di cui si avvale la neuroriabilitazione si fondano sulla conoscenza delle strettissime connessioni anatomiche e funzionali esistenti tra gli organi effettori del movimento e l’organo di comando.

In sintesi, dalla consapevolezza che ogni nostra attività motoria viene comandata e continuamente controllata dal sistema nervoso, deriva la possibilità di agire in maniera terapeuticamente significativa su una struttura nervosa lesa o sofferente, mediante stimoli sensitivi applicati laddove esista un problema motorio. Gli interventi riabilitativi prevedono tecniche di neurofacilitazione, ricondizionamento neuromotorio e idrochinesiterapia.La neuroriabilitazioneLa Fisiatria è la branca della medicina che si occupa di studiare i diversi tipi di riabilitazione, riconosce questi come i principali:

  • Chinesiterapia: per definizione è “la terapia attraverso il movimento”, e si propone quindi di curare la patologia mediante i movimenti.
  • Riabilitazione in acqua: questo tipo di riabilitazione sta avendo grande successo e attualmente viene molto di frequente utilizzato come terapia sia pre- che post-chirurgica.
  • Riabilitazione funzionale: questa riabilitazione ha l’obiettivo ben chiaro che è quello di identificare e risolvere le alterazioni di movimento attraverso l’aggiustamento delle disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico.
  • Riabilitazione posturale: è indicata per prevenire e curare anzitutto il mal di schiena. Per il trattamento di tutte le patologie che compromettono l’equilibrio e conseguentemente la deambulazione (es malattia di Parkinson e Parkinsonismi atipici)
  • Riabilitazione pavimento pelvico: in questo caso il trattamento fisioterapico si occupa della rieducazione dei muscoli pelvici, attraverso una serie di esercizi che aiutano a prendere consapevolezza di questa parte anatomica, per migliorarne il tono, chiamati “esercizi di Kegel”.

Dopo aver fatto una corretta terapia riabilitativa, i risultati visibili a livello fisico dovrebbero essere quelli di:

  • Avere muscoli più forti e resistenti.
  • Sentire meno dolore con conseguente riduzione dell’infiammazione.
  • Raggiungere un ottimale rilassamento dei tessuti.
  • Ottenere una vascolarizzazione incrementata.
  • Beneficiare di un miglioramento della condizione fisica generale.

I risultati variano a seconda del tipo ed entità della lesione, delle funzionalità preservate, della motivazione del paziente e del tipo di riabilitazione.

Il percorso di riabilitazione può effettuarsi in maniera individuale con un fisiatra, in ambito ospedaliero sia in regime di ricovero che ambulatoriale, distrettuale oppure nei centri di riabilitazione.

La facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva è una metodica conosciuta anche come metodo “Kabat”, dal nome del neurologo americano che la studiò. Questo approccio terapeutico mira al recupero delle funzionalità attraverso stimoli propriocettivi esterni, migliorando il movimento alterato.

Metodo “Bobath” è, invece, uno dei metodi terapeutici più utilizzati nella riabilitazione neurologica. Si basa sul modello del “problem solving” per il trattamento di pazienti con disturbi di movimento e di postura provocati da una patologia neurologica. Attraverso un apprendimento propriocettivo e un’esperienza sensoriale di tipo tattile, visiva ed uditiva, si lavora sulle capacità residue del paziente per il recupero funzionale.

Infine, il Mirror Therapy rappresenta una metodica di riabilitazione che prevede il movimento in modo omogeneo e simmetrico di entrambi gli arti lesi davanti ad uno specchio. Il paziente dovrà osservare l’arto sano; in questo modo sembrerà che l’arto paretico si stia muovendo. È un modo per ingannare il cervello a pensare che il movimento si stia compiendo normalmente e sfruttare così la capacità residua dell’arto leso, stimolandolo con l’effetto ottico dello specchio.

La neuro-riabilitazione, oltre all’intervento specifico mirato al recupero del danno funzionale, si occupa, ove il recupero stesso non sia completo, di individuare le strategie più adatte per permettere al paziente di utilizzare al meglio il patrimonio motorio residuo e di ridurre quanto più possibile le conseguenze sociali e ambientali della disabilità.

L’obiettivo della riabilitazione neurologica è inizialmente quello di raggiungere il livello di autonomia più alto possibile nelle fasi acute e sub-acute, in seguito si cerca di mantenere e consolidare i risultati raggiunti nel periodo successivo.
Nella riabilitazione neurologica il fattore più importante è partire sia con la programmazione a lungo termine della terapia, sia con un programma giornaliero.

Gli obiettivi da perseguire sono:

  • arrivare al livello di autonomia più alto possibile nelle fasi acute e sub-acute
  • reinserimento nella vita sociale
  • proseguire e consolidare i risultati raggiunti

La fase conclusiva della neuro-riabilitazione consiste, dunque, nel superamento dell’handicap o svantaggio esistenziale mediante interventi rivolti all’integrazione dell’individuo neuroleso con il proprio ambiente.

In conclusione, tanti possono essere gli interventi effettuati su un paziente neurologico, già durante il primo ricovero e successivamente al primo rientro a domicilio; quale che sia il metodo utilizzato si avrà senza dubbio un’efficacia maggiore se il programma riabilitativo sarà eseguito da personale specializzato e con esperienza appropriata.

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